Il vasto altopiano del Colorado Plateau è una delle zone d’America, dal punto di vista naturalistico, più spettacolari che possiamo incontrare. Come dimostra l’Arches National Park,
dove i fenomeni geologici che vi sono succeduti, uniti alla docile
terra rossa che si fa plasmare in 1000 modi differenti dall’acqua e dal
vento, hanno creato dei panorami per i quali nessuna parola e nessuna
immagine riusciranno mai a rendere completa giustizia. La zona protetta dell' Arches National
Park è una meraviglia tra le meraviglie, vicinissima (pochi chilometri
di distanza) a Moab nello Utah. Il paesaggio è quello tipico di questa
zona d’America: una torrida distesa rossa puntellata di macchie verdi
di arbusti in estate, una gelida distesa di neve in inverno.
Coyote,
serpenti e altri animali bizzarri ne costituiscono la popolazione,
avvezza a condizioni di vita al limite dell’impossibile.
E proprio la neve e il ghiaccio sono i
protagonisti indiscussi di uno dei fenomeni più straordinari cui si
possa assistere in natura; nel corso dei millenni hanno, infatti, plasmato e
forgiato una serie di archi naturali, ben 2000 nell’area relativamente
limitata del parco.
Qui la natura si è fatta
architetto e ha trovato l’ispirazione per creare dal nulla forme
perfette e fragili, creature vive che si formano e poi muoiono (l’ultimo
crollo naturale è avvenuto nel 2008) in un processo senza fine: gli
archi che ho ammirato io non ci saranno fra milioni di anni ma altri ne
saranno sorti, in un ciclo continuo di nascita e morte. Non so dire quale sia il motivo per
cui questa grande concentrazione di archi naturali si trovi proprio in
questa zona e non si riscontri, in proporzioni analoghe, in altre aree
del Colorado Plateau: la natura altrove si è divertita in altri modi.
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